Esistono titoli in grado di reinventarsi, divenendo versatili e proponendo nuovi modi di interpretare l’opera complessiva che siamo stati abituati a vivere; uno di tali titoli è proprio Bayonetta, avendo stupito tutti con il suo “Bayonetta Origins – Cereza and The Lost Demon“, annunciato durante i The Game Awards di Dicembre 2022.

Un po’ spin-off, un po’ prequel, per i fan della serie dedicata alla Strega di Umbra deve essere stato un duro colpo: lo stile grafico proposto infatti lascia molto spazio alle considerazioni di ogni genere, soprattutto se paragonato alla trilogia esistente di Platinum Games senza una adeguata preparazione all’esperienza.

Parlando da fan dei primi due capitoli della suddetta trilogia (in trepidante attesa di mettere le mani sul terzo titolo ndR), ho inizialmente storto il naso: perchè cambiare così tanto una formula vincente per un’esperienza che si discosta enormemente dalle prime avventure di Cereza e Jeanne? Vale davvero la pena mettere le mani su un’opera che di Bayonetta potrebbe avere giusto il titolo e alcuni personaggi?

Però è poi intervenuta in mio soccorso la demo. Una bella demo, di quelle che negli anni 90 ti facevano sognare di avere già per le mani il titolo, aumentando il desiderio e rendendo trepidante l’attesa. Cosa è accaduto in questo processo di metamorfosi personale, in cui la mia opinione è cambiata tanto da farmi prenotare seduta stante il titolo?

LA FORESTA DI AVALON E IL SALVATAGGIO DI UNA MADRE

La storia ha luogo prima degli avvenimento del primo Bayonetta. Cereza è una Strega, figlia dell’amore proibito tra una Strega di Umbra e un Saggio di Lumen e per tale motivo bistrattata e discriminata dal proprio clan di appartenenza.

Nonostante ciò, Cereza trova conforto nell’amore di sua madre, tenuta prigioniera nelle segrete di Umbra per aver violato una delle rigidi regole del clan; un giorno, però, Rosa, la madre di Cereza, viene rinchiusa in un luogo di detenzione ancor più lontano e impenetrabile, motivo per cui la bambina ormai rimasta sola viene presa in custodia da un’altra Strega, Morgana, e addestrata alle arti magiche.

Ma un sogno ricorrente cambia tutto: un misterioso ragazzo riferisce a Cereza che l’unico modo per salvare sua madre è addetrarsi nella pericolosa Foresta di Avalon, dentro la quale si cela il potere a lei necessario per salvare Rosa. Nonostante i perentori avvertimenti di Morgana, Cereza si inoltra in questa pericolosa avventura armata solo del gatto di pezza che sua madre le ha prodotto, Cheshire. Ma ben presto saprà di non essere più sola…

Come già menzionato, Bayonetta negli anni ha saputo rivoluzionarsi e reinventarsi per dare in ogni capitolo una storia sempre più ricca di dettagli che si incastrano come un puzzle; Bayonetta Origins pare non fare eccezione: ben consci del ruolo della famiglia di Cereza dopo aver assistito ad una trilogia estremamente dettagliata, è giunto il momento di conoscere un po’ più da vicino le origini dei poteri della potente Strega di Umbra e del sempre menzionato Cheshire.

La formula utilizzata stavolta è quella della lettura di una fiaba: una voce fuori campo narrerà passo dopo passo le gesta di Cereza, con grande perizia nei dettagli anche più insignificanti. Tale meticolosità conquista fin da subito: sentiremo con Cereza la fatica nel portare un pesante catino pieno d’acqua, ci domanderemo anche noi quale utilità possa avere ai fini del suo addestramento e proveremo dell’empatia nel vedere la povera ragazza del tutto inerme di fronte all’enorme foresta di Avalon, munita solo del suo coraggio, di pochissime abilità magiche e di una enorme forza di volontà nel voler salvare sua madre.

L’impressione questa volta è che Platinum Games abbia voluto soffermarsi maggiormente sull’ambito narrativo, lasciando comunque il giusto spazio alla nuova formula di gameplay proposta. Ecco perchè il gioco da la sensazione di proporsi come una fiaba, con pagine che fungono da transizione da un istante all’altro nel loro girare pigramente e illustrazioni interattive della situazione in atto. Trovo sia una formula ben congeniata per un prequel della serie, che attira e conquista il giocatore riga dopo riga portandolo verso un nuovo modo di vedere Bayonetta nelle proprie avventure.

UNA COPPIA VINCENTE: IL GAMEPLAY

Questa volta, la potente Bayonetta sarà semplicemente una apprendista priva dei suoi ben noti poteri magici e dei demoni che la accompagnano! Pertanto, per affrontare i pericoli che si presentano nella Foresta di Avalon, sarà necessario avvalersi di un pericoloso demone… racchiuso inavvertitamente nel corpo di pezza di Cheshire!

Il nostro controller sarà sfruttato al pieno delle proprie capacità: con la levetta analogica sinistra controlleremo l’andatura di Cereza, mentre con quella destra sarà la volta di muovere il ben più voluminoso Cheshire, non potendo stare separati troppo a lungo. Il demone, infatti, può sfruttare il proprio potere rimanendo in un raggio ben definito che non sia troppo distante da Cereza; il duo ha inoltre una sequela di comandi da poter sfruttare.

Con il tasto L, per Cereza, sarà possibile richiamare Cheshire nella forma di una bambola di pezza, mentre con il tasto ZL si potranno evocare degli incantesimi di base, atti a bloccare il nemico davanti a noi e permettere a Cheshire di intervenire attaccando.

Proprio Cheshire presenta il pattern opposto di tasti rispetto Cereza: con il tasto R sarà possibile rilasciarlo sul terreno nella sua forma demoniaca, mentre con il tasto ZR ripetutamente premuto potrà concatenare una sequela di attacchi combo con le proprie zampe artigliose.

La formula usata da Bayonetta Origins – Cereza and The Lost Demon potrebbe disorientare il giocare nelle fasi iniziali della battaglia, dovendo concentrarsi per controllare i due personaggi senza perdere di vista nessuno o senza confondere un analogico per l’altro, rischiando di far perdere preziosi punti vita a Cereza o bloccare Cheshire a causa degli enigmi ambientali. Un po’ di pratica comunque rende perfetti e in poco tempo risulterà essere molto appagante il poter muovere ben due personaggi in contemporanea.

VISIONI ONIRICHE E FIABE GRAFICHE

Il reale punto di forza per Bayonetta Origins – Cereza and The Lost Demon rimane il comparto grafico: proposto in una visuale isometrica lungo tutto il corso dell’avventura, il titolo tende a catturare silenziosamente il giocatore e trasportarlo in un luogo che sembra uscito da un sogno.

Il possente castello di Morgana svetta lontano, avviluppato da una coltre di nebbia e veli; le vie di Avalon brulicano di segreti e di fate pronte ad attaccarci per catturare la nostra anima; i demoni sinistri che vengono evocati sono spaventosi ma altresì affascinanti ed enigmatici. Tutto ciò contribuisce a creare un clima onirico, accompagnato da colori pastello su disegni cartoon che ben si sposano con la necessità del prequel di raccontare la storia della piccola Cereza.

Come non menzionare poi la soundtrack? Impossibile non notare il meticoloso lavoro effettuato per rendere ogni pagina della fiaba ancor più coinvolgente con le melodie dai toni sorpresi, spaventati o incuriositi esattamente come la protagonista di questa storia, alla ricerca della madre perduta.

PERDETEVI AD AVALON E AIUTATE CEREZA NEL SUO VIAGGIO

Posso ritenermi soddisfatta della demo provata per Bayonetta Origins – Cereza and The Lost Demon, essendo stata circa un’oretta di gioco estremamente costruttiva e formativa.

Perchè in verità penso che serva proprio questo per saper apprezzare davvero il gioco: prepararsi per andare incontro all’ignoto, emulando così in maniera quasi ironica le gesta di Cereza alla ricerca della propria madre. Allo stesso modo, noi giocatori cerchiamo la risposta alla fatidica domanda: ne vale la pena?

Non ho ancora completamente compreso la mia di risposta, avendo qualche perplessità su come Origins modificherà ancora una volta la lore della serie di Bayonetta, ma è certo che questa sia una fiaba a cui non voglio rinunciare, curiosa di sapere cosa troveremo io e Cereza alla fine della lunga notte oscura della foresta di Avalon.