Da piccoli tutti abbiamo desiderato di incontrare i personaggi dei cartoni che tanto amavamo vedere in tv, e nonostante ciò non potesse realmente avvenire, continuavamo a coltivare quel sogno e quella speranza che si può avere solamente quando si è bambini. Poi passa il tempo e si cresce, e nonostante la nostra vita non oscilli più tra scuola, divano e tv, questi volti non ci hanno mai abbandonato, anzi, scopriamo che sono rimasti sempre accanto a noi come fossero angeli custodi. Adesso quando capita di rincontrarli, gli occhi si emozionano ancora come fosse la prima volta e il cuore inizia a battere forte. Questo è ciò che accade guardando Detective Pikachu, un film dove la nostalgia fa da padrona.
TRAMA
Tim Goodman un ragazzo di ventidue anni, ha sempre sognato di diventare un allenatore Pokemon, ma non riuscendoci è finito a lavorare nel mondo delle assicurazioni. Un giorno gli viene comunicata la morte del padre, un famoso investigatore che prestava servizio a Ryme City, la metropoli dove umani e Pokémon vivono fianco a fianco. Pronto a dare l’addio a quel genitore che conosceva così poco, scopre che c’è del marcio nell’incidente che ha portato alla sua scomparsa, così Tim inizia ad indagare, trovandosi a far squadra col partner del padre, Pikachu, al fine di scoprire cosa si cela dietro quel mistero.

DETTAGLI TECNICI
Detective Pikachu è un film diretto da Rob Letterman, mentre la sceneggiatura è opera dello stesso Letterman in coppia con Nicole Perlman.
Distribuito da Warner Bros, è uscito nella sale cinematografiche il 9 maggio del 2019 e ha una durata di 104 minuti.
Tra gli attori presenti nel cast troviamo Ryan Reynolds, Justice Smith, Kathryn Newton, Ken Watanabe, Bill Nighy, Suki Waterhouse, Rita Ora.

PIKACHU, SCELGO TE!!
Quante volte abbiamo detto o sentito questa frase. Tante volte. Bene, i produttori, come si intuisce già dal titolo del film, hanno deciso di puntare tutto sull’iconica figura di Pikachu, forse il Pokemon più amato da grandi e piccini.
Tramite un grande lavoro di grafica, sono riusciti a realizzarlo in maniera impeccabile, senza quindi far gridare allo scandalo e far perdere, di conseguenza, punti preziosi a questa pellicola, oltre che salute agli ammiratori. Un po’ com’era successo qualche tempo fa col film di Sonic e con la sua prima apparizione in pubblico. I fan hanno letteralmente inveito contro i produttori, che hanno poi corretto il design.
C’è da dire che questo complimento non va fatto solamente per Pikachu; anche gli altri Pokemon sono degni di nota, come ad esempio Bulbasaur e Jigglypuff, tanto per citarne qualcuno.



TANTA GRAFICA, POCA STORIA
Se da un lato il film conquista punti, come scritto in precedenza, con la caratterizzazione dei Pokemon, li perde nella storia, che risulta essere fin troppo lineare, banale e senza eccessivi colpi di scena, come forse ci si aspetterebbe dalla tipologia di film.
Seguendola, risulterà sin da subito evidente a quale target fa riferimento il film: ai bambini. Il grande appassionato di Pokemon, e grande anche di età, ad un certo punto si stuferà. Ed è impossibile non biasimarlo. Ma i genitori dei piccoli saranno contenti, perché non ci sarà nessuna parola fuori posto.
L’eccitazione iniziale nel vedere Ryme City riempita da tutte quelle creature che percorrono indisturbate le strade della città, andrà scemando una volta che la sceneggiatura ingranerà la marcia (rimanendo di terza al massimo).
Il tutto ruota attorno alla ricerca del padre di Tim, che se prima si credeva fosse morto, una volta trovati alcuni indizi sospetti, si inizia a pensare che in realtà non lo è. E questa ricerca avviene come se fosse un videogioco (fatto male), dove ogni singolo livello ti porta sempre più vicino al completamento della trama, senza però incontrare lungo il proprio cammino missioni secondarie che potrebbero far risultare più faticoso e avvincente l’arrivo alla fase finale.
Anche il finale porta con sé tracce di banalità che contribuiscono a rendere eccessivamente intuibile, o addirittura scontato, lo svelamento del mistero. E se qualcuno, arrivando alla conclusione, non l’avesse ancora sospettato, si ritroverà ad esserne deluso il doppio una volta scoperta la verità.

LE COSE SI APPREZZANO QUANDO NON LE SI HANNO PIÙ
Quante volte vi sarà capitato di perdere un qualcosa che prima non consideravate poco o neanche di striscio, ma che solo una volta avvenuta la sua scomparsa, avete iniziato a rimpiangerla e sentirne la mancanza.
Questo può succedere con gli oggetti, ma ovviamente, anche con le persone. Ed è ciò che succede in Detective Pikachu.
Tim, che prima preferiva non avere rapporti col padre, una volta appresa la notizia della sua morte, ha iniziato a sentire dentro di sé una forte sensazione di perdita, che l’ha portato a rammaricarsi del tempo non passato col padre. Un tempo che nessuno gli avrebbe più restituito se fosse davvero morto.
Questo lo possiamo percepire da un semplice elemento: un biglietto del treno. Quel biglietto che Tim, da piccolo, preferisce non usare per andare dal padre, e quindi prende la scelta di rimanere nella sua città accanto alla nonna.
Il biglietto ritornerà in chiusura del film, quando Tim, pronto a partire da Ryme City in direzione casa, decide di strapparlo e rimanere dal padre. In questo modo potrà trascorrere finalmente del tempo con lui, oltre che con il suo collega detective Pikachu.

CONCLUSIONI
Il film si presenta come una pellicola che non punta a livelli di intrattenimento altissimi, nonostante forse l’intento ci fosse. Purtroppo, al di là di una grafica ben fatta dei vari Pokemon, la storia porta con sé fin troppi difetti che non gli permettono di eccellere come molti si auspicavano. Anche se c’è da dire che non è per niente facile accontentare tutti, specie quando si ha un brand così grande tra le mani.
Nonostante ciò, la visione è consigliata, perché ci permette di rivedere quegli esserini che tanto amiamo, oltre che a farci distrarre in un periodo come questo che non è per niente facile.
Voi che ne pensate di questo film?
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Aspirante fotografo e videomaker, studente presso l’Accademia di Belle Arti di Catania dove studia fotografia e video, è un grande appassionato di cinema e ha già realizzato un cortometraggio dal titolo “Ritrovare se stessi”. Oltre questo ama molto leggere libri di vario genere, specie quelli sulla crescita personale, manga e guardare anime.